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GEC #9 Gro Harlem Brundtland

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Author: Future Manager Research Center

In un’approfondita intervista per la rivista di affari politici giapponese Chuo-Koron, Gro Harlem Brundtland ha discusso di tutto, dal segreto di una leadership di successo, sino al raggiungimento di un mondo senza armi nucleari. Quando le è stato chiesto quali fossero le caratteristiche necessarie per essere un leader ha risposto:

“I think you have to be grounded in yourself. You have to trust your own instincts. You have to be able to convey what you believe in. And you just have to have convictions and a moral compass that other people can sense, because then they can rally around you and they know where you are, they understand what you’re saying, and if they agree, they can follow and be part of something together.”

Profondamente radicate nei diritti umani fondamentali, le convinzioni di Gro Harlem Brundtland non hanno mai vacillato nonostante le critiche che hanno provocato. Oltre ad essere una famosa prima ministra norvegese negli anni ’80 e ’90, questa donna è stata un’importante leader dei movimenti ambientalisti e femministi degli anni ’70 e ’80. Per decenni ha difeso la salute pubblica come un diritto umano imprescindibile e ha inserito lo sviluppo sostenibile nell’agenda internazionale.

Nata il 20 aprile 1939 a Oslo da un’importante famiglia di socialdemocratici, Gro Harlem Brundtland è cresciuta nella politica. Figlia di Gudmund Harlem, un medico specializzato in medicina riabilitativa, ma anche un politico che divenne due volte ministro di gabinetto. A causa dei doveri di suo padre, quando Brundtland aveva dieci anni l’intera famiglia si trasferì negli Stati Uniti. Diversi anni dopo, si trasferirono in Egitto, dove Gudmund Harlem accettò una posizione di esperto delle Nazioni Unite in materia di riabilitazione. Il ritorno in Norvegia arrivò quando egli divenne un membro di spicco del Partito laburista, salendo alla carica di ministro della Difesa.

I due genitori insegnarono ai figli a prendersi cura del benessere della natura e della società; li allevarono in maniera molto egualitaria, senza distinguere tra figli maschi e figlie femmine. Il dibattito politico era sempre acceso tra le mura di casa e i suoi genitori  incoraggiarono la giovane Gro Harlem a credere che le donne potessero ottenere tanto quanto gli uomini. Grazie ai loro insegnamenti, quando divenne una donna matura, era fermamente convinta dell’uguaglianza tra uomini e donne e dell’importanza sociale della sanità.

Come suo padre, Gro Harlem studiò medicina e diventò medico nel 1963, anno in cui conseguì la laurea in medicina presso l’Università di Oslo e un Master in sanità pubblica presso l’Università di Harvard nel 1965. Dal 1966 al 1969 lavorò come medico presso la Direzione della Salute (Helsedirektoratet) e dal 1969 come medico nel servizio sanitario pubblico di Oslo. Come studentessa universitaria nei primi anni ’60, scoprì che il sessismo era ben radicato all’interno della società. Ben presto fu attratta dal movimento femminista nato in quel decennio. Come medico e come socialdemocratica divenne un membro attivo del movimento per i diritti dell’aborto, quando non era ancora legalizzato in Norvegia.

A causa del suo attivismo nel movimento per i diritti dell’aborto e per il fatto che trattò ripetutamente argomenti ambientali, a Gro Harlem Brundtland fu chiesto di entrare al governo nel 1974. All’età di 35 anni divenne ministra dell’ambiente e sei anni dopo fece il salto di qualità divenendo la più giovane e la prima donna prima ministra norvegese all’età di 41 anni. Durante il suo operato il quaranta per cento del suo secondo gabinetto era composto donne, in più, sotto la sua presidenza, il parlamento norvegese adottò la Legge sull’Uguaglianza di Genere (1978). Tale provvedimento promuoveva l’uguaglianza di genere e mirava a migliorare la posizione delle donne sotto ogni aspetto. Lo scopo era quello di fornire a donne e uomini pari opportunità nell’istruzione, nell’occupazione e nell’avanzamento culturale e professionale.

L’anno successivo divenne vice leader del Partito socialdemocratico norvegese e in quella posizione continuò a battersi per obiettivi femministi e ambientali. Fu nel 1979 che dovette lasciare il gabinetto proprio per le sue schiette opinioni femministe.

Quando sposò Arne Olav Brundtland si trovò a convivere con un partner che aveva opinioni politiche diverse. Egli infatti era un conservatore convinto, ma anche uno dei pochi mariti con una brillante carriera tutta sua che avrebbe al contempo sostenuto il femminismo non solo nella teoria ma anche nella pratica. Sostenne la moglie sin dall’inizio dal punto di vista emotivo e le diede consigli sugli affari esteri, ma la cosa abbastanza sorprendente per l’epoca è che condivideva con lei i doveri domestici e la cura dei loro quattro figli.

Divenne anno dopo anno sempre più una leader del suo partito, portando avanti una politica sensibile ai problemi di sicurezza sociale, dei lavoratori e dell’ambiente: Brundtland lottò duramente per le leggi sul controllo dell’inquinamento e per le normative sulle risorse naturali. Se molti dei suoi colleghi si presero gioco di lei per alcune delle sue grandi preoccupazioni da loro ritenute bizzarre, Brundtland ebbe la sua rivincita quando le sue azioni di prevenzione impedirono che avvenisse un disastroso incidente su di una piattaforma petrolifera nel Mare del Nord.

Su richiesta delle Nazioni Unite nel 1983, Brundtland divenne Presidentessa della Commissione mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo (World Commission on Environment and Development). Conosciuta anche come “Commissione Brundtland”, svilupparono sotto la sua supervisione il concetto epocale di “sviluppo sostenibile”.

Nel 1998, divenne la prima donna direttrice generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), carica che detenne sino al 2003, diventando una delle principali fautrici della preparazione globale alle pandemie.

Il 18 luglio 2007 a Johannesburg, in Sud Africa, Nelson Mandela, Graça Machel e Desmond Tutu convocarono un gruppo di leader mondiali affinchè con la loro saggezza, leadership indipendente e integrità affrontassero alcuni dei problemi più preoccupanti del mondo. Nelson Mandela quindi annunciò la formazione di questo nuovo gruppo, The Elders, che comprendeva anche Gro Harlem Brundtland. In un discorso pronunciato da Mandela in occasione del suo 89° compleanno, egli commentò:

Together we will work to support courage where there is fear, foster agreement where there is conflict, and inspire hope where there is despair.”

Brundtland venne definita la “Signora di ferro della Sinistra” (“The Iron Lady of the Left”), una controparte della “Signora di ferro” britannica Margaret Thatcher, che fu primo ministro e leader del Partito conservatore in quello stesso periodo. Brundtland è una donna la cui carriera è difficile da riassumere in poche pagine, tanti sono i suoi interventi a favore di ogni genere di disuguaglianza, fatti che la rendono una delle donne più esemplari del panorama sociale e politico occidentale.